Il mito di Kennedy

imagesAppena arrivato a Dallas, qualche anno fa, la prima cosa che feci fu di salire al sesto piano della biblioteca della Texas School da dove Oswald avrebbe sparato a Kennedy. Ricordo che c’era la fila e che bisognava pagare il biglietto. La scena, dentro il deposito, era ricostruita con un fucile appoggiato alla finestra. Mi affacciai sulla Dealey plaza e su quella collina erbosa di Grassy Knoll da cui, secondo alcune teorie, sarebbero stati sparati altri colpi. John Kennedy, per tutti quelli della mia generazione, era un mito: l’uomo della nuova frontiera che poteva cambiare il mondo. Lessi avidamente il rapporto Warren che chiudeva la questione troppo in fretta, lasciando molti dubbi a tutt’oggi irrisolti. Sono passati cinquant’anni: il mito resiste nonostante tutti i pettegolezzi sulla vita privata di quel grande presidente anche perchè ha sempre incarnato il carattere del popolo americano, come ha sottolineato Obama nelle celebrazioni. Chissà perchè è stato ucciso. Sicuramente quel giorno, il 22 novembre del 1963, è cambiata la storia degli Stati Uniti e del mondo intero. Ci restano pochi secondi di filmato e un grande ricordo. 

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